5.01.2010

La favola di Adamo ed Eva

Gramellini su vanity fair
"Quando una coppia smette di progettare e comincia ad analizzare i sentimenti, è arrivata alla fine"

Sono completamente a metà d'accordo con il mister.

Nella mia esperienza, è successo spesso che le crisi con la donna che poi ho sposato nascessero nel momento in cui cominciavamo a chiederci: "Ma siamo innamorati? Io ti amo? Tu mi ami?"
Come se la risposta a quelle domande fosse importante.

Le crisi sono scomparse assieme a quella domanda, ma non per la certezza di conoscere la risposta.
Semplicemente, avevamo altro da fare.

Ma penso anche che un bel rapporto possa esser invece minato da quella domanda,

a volte evitabile. 

4 commenti:

GM ha detto...

Anch'io sono abbastanza d'accordo, anche se forse gramellini diceva una cosa diversa.

Secondo me è vero che "analizzare" i sentimenti può avere a volte come intento inconscio un'operazione distruttiva.

Della serie "mò ti/mi dimostro che in fondo in fondo non sono coinvolto".

Allora tracciata la strada è facile trovare spunti dentro di sè, nei propri comportamente e nelle proprie sensazioni, per confermare la tesi.

Credo, ma è un'ipotesi, che gramellini, più semplicemnte, parlasse di una sorta di esaurimento del sentimento, per cui alla fine mancando quello ci si perde in analisi, cioè ragionamenti su ciò che non c'è più.

pap ha detto...

Purtroppo non ho trovato link all'intervista intera.

Quanto dici è vero, nel senso che "se vuoi trovare tenebra, troverai tenebra" (non so di chi sia la citazione ma mi ci sono imbattuto tante volte).
Così come, nel momento in cui muore la progettualità, facile che l'unica cosa che rimanga sia rimestare le domande sul proprio rapporto.

Ma volevo aggiungere a quesa base comune proprio la constatazione che anche la domanda stessa, se le si dà spazio, possa generare una reazione a catena in una situazione magari di per sè sana.

Posta la domanda, si passa ad incentrarsi su di essa piuttosto che sul vivere assieme, domanda a cui non puoi dare risposta materiale concreta perchè tutta interiore e relativa ad emozioni che sono naturalmente variabili nel tempo.

GM ha detto...

sì, ma il problema, secondo me resta a monte: perchè si dà spazio a quella domanda? perchè la si agita a mò di clava? se non avesse motivo dietro, cadrebbe presto, superata dagli eventi. se invece resta in piedi, c'è la volontà di porsela, di tenerla sollevata con le braccia come un quadretto. in attesa che arrivi la risposta che si attende. oppure (ed è la stessa cosa, un pò più subdola) che a fronta della mancanza di risposte, si dica: allora vuol dire che è finita.

pap ha detto...

Gli si può dare spazio per tanti motivi.

Io e Laura in passato gli demmo spazio in occasione di ricorrenze.
"E' un anno che stiamo assieme. Ma perchè stiamo assieme? Siamo innamorati?" E giù panico.

Perchè l'alternativa è che cominci a pensare al futuro; appunto, a fare progetti.

Però, mica vorremo pensare al futuro, mica?

Eppure ad un certo punto è stata la nostra salvezza.
Abbiamo pensato al futuro e, man mano che 'sto futuro si realizzava, ci rendevamo conto che ci veniva bene.

Ma la mia parte emotiva, per esempio, era ancora molto confusa.