Ciò nonostante scandali, cattivo governo, leggi ad personam, mancanza di riforme, divisioni interne alla maggioranza.
Il PD sembra scendere verso il 24%. Cioè raggiunge quella soglia di consenso che di per sè annulla il valore stesso del PD, posto che il 24% era più o meno la percentuale dei DS, cioè di uno solo dei due partiti di origine.
A sinistra sembra salire l'astro di Niki Vendola. Che a me pare francamente l'ennesimo miraggio italiano. Capace di rinverdire, con minimi aggiornamenti, i soliti refrain della sinistra da antiquariato, quelle che vive in trance perenne da bella ciao e bandiere rosse al vento. Del tutto incapace di coinvolgere la parte moderata dell'elettorato italiano, nonché di esprimere un'idea di governo credibile e solida.
Dall'altra, pendant perfetto del miraggio vendoliano, il "ragioner" Bersani, concreto fino alla noia, privo di ogni idealità percepibile, del tutto inidoneo a suscitare entusiasmi e rappresentare un orizzonte politico e sociale da raggiungere, anche con la forza, individuale e collettiva, delle emozioni.
E qui veniamo al punto. Razionalità e irrazionalità.
A sinistra, superata l'ideologia, hanno pensato in molti, e di questo Bersani nè è un'ottima espressione, che fosse centrale garantire la Buona Amministrazione. Della serie, la mia ideologia di provenienza è crollata > i miei vecchi ideali non erano buoni > le idealità sono sbagliate/improponibili in sè > basta riuscire a garantire di sapere governare bene, anche perchè ideali nuovi, al momento, non saprei dove e come raccattarli.
Domanda: questo è sufficiente a creare consenso in Italia? Basta questo a creare consenso in un paese che è, via via, rimasto affascinato, cioè non convinto ma sedotto, dai vari Mussolini, Craxi, Berlusconi, cioè personaggi carismatici in grado di fa leva non sulla parte razionale, ma irrazionale del paese?
Io penso che una sinistra moderna, se vorrà uscire dal suo stato di minorità nel paese, dovrà senza timori riuscire a mettere nel piatto anche una parte sognante. Dovrà riuscire a rappresentare anche un orizzonte, un futuro che questo paese e la sua collettività deve raggiungere, un futuro che sia coinvolgente ed emozionante per molti. Deve poterlo fare con la sicurezza, propria prima che di coloro ai quali parla, di non ricadere in alcun modo, nella forma e nella sostanza, nelle vecchie e tramontate ideologie. Ma per fare questo deve avere la voglia e la capacità di parlare di qualcosa di nuovo, che sia credibile ma anche seducente. Reale ma emozionante. In caso contrario, questo paese continuerà ad oscillare tra miraggi vecchi e nuovi, consegnando se stesso di volta in volta al profittatore di turno.