“Come fa una persona intelligente a credere in Dio? Non se l’è mai chiesto”
Siccome oggi mi sento in dovere di rispondere ai blog che linkiamo, posto la mia esperienza.
Intanto separo le due parti della questione: credere in Dio (nel senso di una roba trascendente creatrice di questa cosa che ci circonda) e credere nel Dio predicato dalla Chiesa Cattolica.
Per una persona intelligente, la prima questione è la parte più semplice.
Ti guardi attorno, guardi la tastiera del computer su cui stai scrivendo, lo schermo su appaiono le parole e ti dici: “Ma sta roba, da dove viene?”
Puoi rispondere “il caso”, ma il caso da dove viene?
Non c’è necessità alcuna che nel nulla e nel mai pre-Big-Bang dovesse generarsi il Big-Bang stesso.
Non ho trovato libro di astrofisica e fisica delle particelle che vi avesse risposto.
Eppure c’è stato.
Alcuni hanno chiamato in causa l’effetto tunnel, ma l’effetto tunnel si verifica nel laboratorio del prof. Gramazio Tramellini il 16 dicembre del 1984.
E il laboratorio da dove viene? E il prof. Gramazio Tramellini e la sua ulcera perforante che cacchio ci fa nella realtà?
Se poi vogliamo sposare l’idea dell’universo ciclico, direi che stiamo spostando all’infinito il problema.
Per cui una persona intelligente si dice:
“E’ lecito pensare ad un trascendente creatore.
Sì, tanto, se non più, del pensare al caso”.
Altra faccenda è credere al Dio della Chiesa Cattolica.
E starei per rispondere….
Ma me la tengo per un altro post.
P.S. non ho resistito a rinominare il post
10 commenti:
ma qui si va sui domandoni!
io lascerei perdere l'intelligenza di chi crede o meno. non mi pare il punto sia quello.
personalmente, per stare alle tue parole, non vedo la necessità di individuare un finalismo nell'insieme delle cose che ci circondano. nel senso di uno scopo altro rispetto al susseguirsi degli eventi.
l'idea del finalismo, del "perchè" è una cosa molto umana. siamo noi a voler individuare lo scopo, il perchè ultimo delle cose. anche perchè siamo abituati a indirizzare i nostri atti secondo un senso, una direzione, un motivo una volontà ed un fine. dunque è anche normale che siamo portati a pensare che la realtà attorno agisce secondo uno scopo, una volontà che ci sfugge e perciò mettiamo fuori dalla realtà e chiamiamo dio.
quando tu dici: "il caso da dove viene?", oppure cosa è sta tastiera mi pare che in fondo ti chiedi il significato/scopo del caso (o della tastiera).
con lo stesso procedimento, coloro che credono nell'animismo, credono che negli alberi, nei frutti, nei fulmini vi sia un anima. cioè una volontà. qualcosa cioè che dà alle cose un fine.
ecco, ora mi sono dilungato una cifra. quello che voglio dire, è che la ricerca di una volontà soggettiva mi pare una proiezione sulla realtà di un'attitudine umana.
in verità resta il fatto che un fulmine, diversamente da ciò che pensavano gli uomini della preistoria o anche i greci, non è la punizione divina (cioè l'espressione di una volontà di qualcuno), ma il liberarsi di una carica elettrica (un fenomeno fisico senza scopo altro).
Non sto parlando di finalismo, però.
Se stasera tu tornando a casa trovassi un cammello in salotto, come prima cosa ti chiederesti "E questo da dove viene?" (che è speculare ma analoga a "E questo che ci fa qui?")
Sicuramente poi l'unica cosa che potresti fare e veder dove piazzare il cammello, che magari è in tinta con il divano (se ti va male, ne è parente magari anche un po' incazzato).
diciamo che in fondo tutti noi viviamo cercando di piazzare il cammello da qualche parte; forse la sua presenza ci fa venire in mente che lo potrei cavalcare e quindi scoprire che le corse di cammelli mi piacciono un sacco.
Ma tralasciare la domanda iniziale è perdersi un pezzo della storia.
Decidi volutamente di ignorare qualcosa a favore della "mera" gestione del cammello.
... che poi si ricollegherebbe con
il secondo post, se l'avessi scritto.
ma a me pare che a cercare di rispondere alla domanda su che ci fa il cammello nel salotto, bene o male si risponde, o meglio si prova a rispondere sulla base dei fatti.
cioè il camello equivale a dire, cosa è la terra, cosa è il sole, cosa è l'universo, cosa è un albero.
queste risposte la ricostruzione della realtà le fornisce.
se poi mi chiedi che senso ha l'universo, invece, a me pare che applichi uno schema umano, finalistico. cioè quello della ricerca del "senso altro". allora di qui, solitamente, partono le risposte di tipo divino o trascendente.
In realtà l'universo c'è perchè si è formato, pare, 12,5 miliardi di anni fa dal bing bang e pare tornerà allo stesso punto non si sa bene quando, per poi forse riniziare daccapo.
ma non c'è un significato altro da cercare in tutta questa vicenda. è così e basta. e a me personalmente, salvo la voglia e la curiosità di saperne di più di queste cose che accadono, non mi interessa di indivuare un significato ulteriore di queste cose che "trascende" i fatti.
Mi bastano già i fatti. E anzi l'applicare lo schema del "Significato" o del "Senso" a questi fatti, come dicevo su, mi pare un tentare di antropormofizzare la realtà per mezzo della fantasia.
cioè di dare alla realtà una connotazione umana/finalistica attribuendole "sensi divini" che, stando a ciò che accade, sembrerebbe non avere.
Ok.
Allora mi è lecito rivoltare la frase di partenza così:
"Come fa una persona intelligente a NON credere in Dio?
Non se l’è mai chiesto"
Mah, io me lo sono anche chiesto, ma la mia risposta è comunque che non è un qualcosa che mi interessa o mi attragga.
la credenza religiosa in genere invece mi pare una cosa interessante dal punto di vista culturale e scientifico perchè aiuta a capire come è fatto l'uomo.
Per il resto la fede non mi pare conseguenza di una riflessione sulla realtà, come forse suggerisci tu.
Mi pare più la conseguenza di un'astrazione dalla realtà. Cioè la realtà di per sè non mi basta, allora guardo a un Oltre che spiegherebbe tutto.
A me persolmente, invece, la realtà basta. O, meglio, non mi basta mai, ma la parte che manca la cerco qui con la conoscenza, la curiosità e la voglia di vivere. Questo immaginario Oltre invece non mi interessa.
ma su quel libro che consigliavi sui buchi neri si sfiorava la questione?
no, quello è un libro divulgativo di fisica teorica. dunque per quanto parli di cose davvero "incredibili" tipo inumerevoli dimensioni nelle pieghe delle stringhe che sarebbero la forma ultima della realtà, non sembra interessato all'ultraterreno ma solo (e molto!) al terreno.
se ricordo bene, da qualche frase qua e là nel libro, si capisce che chi l'ha scritto non è credente.
però la tua domanda mi incuriosisce. davvero pensi che parlando di scienza, anche "estrema" tipo la fisica teorica prima o poi si arrivi a qualcosa che è oltre la realtà?
In realtà la differenza tra fisica sperimentale e teorica mi pare, per quanto poco ci capisco, è nel fatto che la prima costruisce molte ipotesi anche solo su basi matematiche, mentre l'altra si sofferma più su dati sperimentabili e direttamente osservabili.
Difatto la f. teorica cerca di anticipare la f. sperimentale. va un pò più avanti con i numeri e le intuizioni laddove non si può ancora arrivare con gli strumenti. contando però in futuro di poterlo fare.
ad esempio molto di ciò che trovano oggi con il LHC di ginevra era già stato previsto dalla teoria standard di inizio secolo quando gli acceleratori se li sognavano.
ma questo non è che legittima dei voli ultraterreni. A meno che naturalmente non ci sia dietro almento una spiegazione matematica valida.
in ogni caso leggendo quel libro, l'impressione che ho avuto rispetto al tema del post, è che la realtà di per sè è già un tesoro di cose straordinarie da scoprire.
la domanda viene perchè i buchi neri del titolo sono unadelle tante forme di singolarità che compaiono nella realtà concreta, come dici tu, descrivibili solo matematicamente, appunto.
Enti la cui rappresentazione ci sfugge e che inesorabilmente escono fuori dai limiti dello "schermo" (in senso lato) su cui cerchiamo di concretizzarli. Sempre fuori dal nostro campo di visuale.
Detto ciò, invece a me incuriosisce la tua convinzione che domandarsi ragione dell'essere neghi la possibilità di godersi compiutamente la realtà di per sè.
Come se assaggiare un Mont-Blanc mi impedisca di assaporare le meringhe che ci trovo in mezzo.
E' vero che i buchi neri rappresentano una singolarità e quel libro descrive molto bene perchè.
Però sono singolarità che fanno parte della natura e che comunque sono governate da leggi comprensibili e spiegabili. Lì ne sono descritte alcune, per esempio su come cambia la temperatura sul cosidetto orizzonte degli eventi, o cosa accade ad un oggetto, a una persona (immaginaria) o ad un'"informazione" che vi cade dentro.
Ma le spiegazione seguono tutte strade logiche e che hanno dietro una spiegazione discutibile e confutabile come tutte le spiegazioni scientifiche. Un pò alla volta ci sia avvicina ad una migliore descrizione della realtà.
Poi magari un giorno potremo anche mandare un'astronave più vicino ad osservarli. Perchè sti affari ci sono, non sono mica oggetti trascendenti.
Tra l'altro non è vero che non sono osservabili perchè dai radioscopi si vede gli ammassi di materia che gli gira attorno prima di precipitare nel gorgo buio.
Invece mi pare che la forza della divinità sia proprio nel fatto che è fuori dalla realtà.
In questo senso se è vero che non può essere dimostrata secondo spiegazioni scientifiche (dimostrabili, ripetibili, verificabili), è vero anche (ma per me è solo una conseguenza del primo assunto) che non può essere confutata.
In altra parole è ben difficile confutare ciò che non è mai stato dimostrato.
Sul domandarsi la ragione dell'essere, io lo trovo possibilissimo e non trovo neghi la possibilità di godersi la realtà. Ma per questo c'è anche la filosofia. Che esiste tra l'altro da molto prima della religione cristiana.
Ciò che invece dicevo su è che è nella realtà che ci sono già tutte le risposte. Il cercarle fuori dalla realtà mi pare invece il tentativo di sfuggirle appellandosi ad un ultraterreno a cui viene data la forma che conviene.
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